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Bungalow Germania alla Biennale Architettura 2014. La porta della bellezza è alta 320 cm e ha vena del legno seguente.

5- paolo che fa rilievo a BOnn

Occuparci del Kanzlerbungalow così come è stato concepito, progettato e realizzato nel 1964, ha significato per noi un salutare re-immersione nella cultura architettonica che ci ha formati.

In pratica, una boccata di ossigeno rispetto al panorama contemporaneo, dove gli interni architettonici sono relegati a spazi vuoti da riempire con questa o quella fornitura di mobili di brand design.

Questa architettura, progettata e costruita sartorialmente  per il cancelliere tedesco cinquant’anni fa, costituisce ancora oggi per noi un esempio illuminante.

Ci ricorda infatti che gli arredi in architettura non sono mai ‘mobili’, ‘ma immobili’: cioè si fondono con l’immobile, qualificandolo rispetto all’ordinaria edilizia.

2-porta

Non ci sono parole migliori, per descrivere il valore di tutto questo, di quelle di Paolo Ponti, l’architetto che ha eseguito un rilievo rigorosissimo  degli originali  e li ha ricostruiti con archeologica precisione, insieme ai suoi artigiani della ermesponti:

“La bellezza di quei mobili sta nel fatto che sono  semplici, puliti, essenziali, ma danno comunque la sensazione di essere preziosi,  elaborati, ben costruiti.

Assolutamente non banali, sono coerenti con il prestigio della casa che vanno ad arredare. 

Sono i dettagli, le proporzioni, gli accorgimenti sottili della costruzione del mobile a dare questa sensazione di preziosismo, di lusso.

La porta  dello studio del cancelliere è alta 320 cm con una selezione dell’impiallacciatura rigorosissima.

La forma è semplice ma la bellezza è tutta nella maestosità della dimensione e dalla tattilità e sonorità che comunica quando la si impugna per aprirla.

Quando la si apre si avverte immediatamente il suo peso ed il suo enorme spessore…

Ricorda un caveau.

Poi quando la si richiude emette un inconfondibile suono che fa sentire tutta la qualità e la precisione della costruzione che diventa bellezza.

Dall’interno è totalmente integrata nella boiserie, non un coprifilo, non una sbavatura, la vena del legno è perfettamente seguente…

Nella sua austerità è meravigliosa, ti racconta la profonda bellezza delle cose che sono semplici ma allo stesso tempo sofisticate.

E’ questo che ci piace, quello che abbiamo imparato da questa meravigliosa realizzazione: la profonda bellezza delle forme semplici che scaturisce da dettagli apparentemente impercettibili, ma sottili e sofisticati, che rendono un oggetto assolutamente unico, completamente fuori dalle mode.”

1-studio ancelliereJPG
Tutto questo per ricordarci come risultati progettuali e architettonici di quel livello – che abbiamo avuto l’onore di ricostruire fedelmente alla Biennale Architettura di Venezia – siano frutto di una impostazione che prevede, semplicemente, un elemento distintivo:

La presenza dei Maestri del Progetto all’interno della costruibilità concreta di un progetto, al 100%.

Noi ci ricordiamo di questa impostazione e cerchiamo di metterla in pratica ogni giorno con la nostra piccola rivoluzione del processo end to end.

4-riproduzione a venezia

Anche se non siamo più nel 1964 e non lavoriamo per il Cancelliere tedesco, per noi ogni cliente, anche il privato che ristruttura la sua casa, ha diritto a questo trattamento. Un’impostazione che porta il valore di una realizzazione unica a un prezzo non superiore a quello proposto da soluzioni standard, di sedicente “lusso”.

 

Se il tuo stagista ti procura un incarico importante alla Biennale di Venezia: grazie Eugenio!

Qualche mese fa abbiamo ricevuto una email dal giovane architetto Eugenio Squassabia.

Eugenio ha fatto uno stage l’anno scorso presso il nostro laboratorio, e ora lavora per lo studio di architetti  tedeschi “Ciriacidis Lehrerer architecten” con sede a Zurigo.

Nel suo messaggio, Eugenio ci comunicava che gli architetti titolari del suo studio stavano cercando un partner per la realizzazione del Padiglione Tedesco alla Biennale di Architettura di Venezia, diretta da Rem Koolhas.

Eccoci! abbiamo risposto.

Il padiglione Germania della Biennale 2014

Dopo poco ci siamo incontrati, qui a Mantova, per conoscerci e presentare loro la nostra azienda.

In quell’occasione ci hanno raccontato le loro idee sul progetto, ed abbiamo visto insieme i disegni e le immagini degli interni da realizzare.

Il progetto ci è piaciuto moltissimo da subito.

Abbiamo anche parlato a lungo di architettura, scoprendo di avere forti affinità.

In comune, ad esempio, abbiamo l’ammirazione per  Adolf Loos, uno dei maestri del Movimento Moderno: entrambi apprezziamo il suo concetto di “raumplan” e lo applichiamo nei nostri progetti.

Tutto questo, in un certo senso, ci è sembrato la perfetta concretizzazione del  concetto di “Common Ground”,  il tema di David Chipperfield per la scorsa Biennale.

Biennale 2014: Padiglione Germania

Dopo alcuni mesi di intenso lavoro, prima a Mantova e poi a Venezia, in occasione della recente inaugurazione, abbiamo potuto vedere di persona l’ottimo risultato di insieme del progetto, davvero armonico in tutte le sue parti (nelle immagini di accompagnamento di questo post, alcuni scorci).

Grande soddisfazione, quindi, per l’esito della collaborazione, anche visto l’eccellente giudizio generale… pensate che il Padiglione Tedesco è stato giudicato dall’autorevole quotidiano britannico “The Guardian” tra i 10 migliori di questa edizione.

Siamo davvero contenti – e anche un po’ orgogliosi – di questa collaborazione con Savvas Ciriacidis e Alex Lehnerer, e ringraziamo ancora una volta Eugenio per aver creato questo contatto, che ci ha permesso una realizzazione così importante.

Paolo Ponti e Eugenio Squassabia davanti al pad. Germania alla Biennale 2014