Quando Facebook chiede il tipo di relazione sentimentale, tra le opzioni troviamo anche…
“Relazione complicata”.
Forse è proprio così che dovremmo definire la relazione attuale tra architettura e interni.
Ma perché questa relazione è diventata così complicata?
A me sembra che l’architettura contemporanea si disinteressi totalmente degli interni.
La maggior parte degli architetti si comportano come se gli spazi interni siano solo qualcosa che non li riguarda; un vuoto che alla fine verrà riempito di mobili.
Il divario tra architettura e interni rimanda a un’altra relazione complicata: quella tra interni e design industriale di cui abbiamo avuto modo di parlare poco tempo fa… ricordate il post “La differenza tra design e architettura: design-by o disegnato solo per te?”).
I punti di contatto sono più di uno e di un certo interesse.
L’architettura contemporanea mette molta enfasi sulle archistar, così come il design industriale sembra interessato solo ai più famosi designer e alle grandi marche.
Entrambi questi approcci posso essere definiti come “design by”.
Entrambi seguono le regole della moda più di quelle dettate dall’arte di costruire.
Alberto Campo Baeza – uno dei più famosi architetti Spagnoli e Professore di Architettura – ha tenuto una bella conferenza a Mantova qualche settimana fa all’interno della chiesa di San Sebastiano una delle più importanti chiese del Rinascimento, costruita seguendo i disegni dell’architetto e umanista rinascimentale Leon Battista Alberti.
La conferenza è stata i grande impatto e mi ha fatto pensare al ruolo degli interni nell’architettura contemporanea.
Naturalmente mi sono piaciuti molto i bellissimi progetti che Baeza ha presentato nelle sue slide e ho particolarmente apprezzato il forte legame tra i principi della sua architettura e i diversi modi e contesti in cui li ha applicati.
Mi trovo perfettamente d’accordo con il suo pensiero riguardo l’importanza fondamentale del contesto in architettura; è ciò che da sempre siamo abituarti a definire “Genius-Loci”, come prima e fondamentale condizione per un nuovo progetto di architettura.
Inoltre penso che sia veramente un ottimo docente: la sua lezione in italiano con quel bel accento spagnolo è stata fantastica!
Eppure, dal mio – forse troppo specifico – punto di vista, sento che c’è ancora qualcosa che manca in questo tipo di approccio.
Baeza e i suoi bravissimi colleghi – figli del Movimento Moderno e dell’approccio Minimalista – sono abituati a progettare bellissimi edifici bianchi affacciati sulle piazze dei vecchi centri delle città spagnole o portoghesi.
Oppure splendide case affacciate sul mare.
Sinceramente ho pensato: sembrano tutti dei templi greci!
E ciò che più mi ha sorpreso è la conferma di Baeza stesso che riconosce il concetto Greco di “temenos” come uno dei loro modelli più significativi!
Ebbene,in estrema sintesi; nel lungo percorso della storia dell’architettura occidentale c’è una netta divisione che corrisponde alla nascita dello spazio architettonico. Scusate se è poco.
Mentre l’architettura greca è sempre stata incentrata più sul rapporto tra edifico architettonico e paesaggio, con l’architettura romana il protagonista dell’edifico architettonico diventa l’uomo.
Con l’architettura romana e in particolare con l’architettura del periodo tardo latino, nasce il concetto stesso di spazio interno.
Con il Rinascimento poi, la centralità dell’uomo viene riscoperta -e forse rafforzata da una maggiore consapevolezza- non solo nell’architettura, ma anche nelle altre arti.
Neanche i più rivoluzionari padri del movimento moderno lo hanno mai negato.
Quindi, perché ora dovremmo farlo noi?