Festivaletteratura, anche noi ci saremo


In occasione del Festivaletteratura 2012, sabato 8 settembre, alle 18:00, al Teatrino D’Arco in Piazza D’Arco 2, a Mantova, verrà presentato il volume “ Il Talento dell’Impresa” a cura di Linda Gobbi, Giovanni Lanzone e Francesco Morace;  saranno presenti i curatori.

Una boccata d’aria fresca e pulita nell’atmosfera stagnante dell’informazione sullo stato di salute dell’impresa italiana in questo periodo di epocale crisi economica e culturale e – come dice Morace stesso –  “di cambiamento di paradigmi”.

Il volume – secondo di un ampio progetto editoriale e di ricerca- presenta l’esempio concreto e positivo di dieci aziende italiane -selezionate dall’associazione The Renaissance Link – a testimonianza che la gran parte del tessuto industriale italiano è ancora vivo e competitivo nel mercato globale, grazie alla forte identità valoriale, culturale e di impresa del modello -tutto italiano- dei settori di eccellenza del Made in Italy.

Speriamo possiate partecipare a questo evento, presentato oltre che dall’associazione The Renaissance Link e da Nomos Edizioni, anche da API Giovani e dal Gruppo Giovani Industriali di Mantova con l’auspicio che  possa essere -soprattutto per i giovani imprenditori e i giovani professionisti- un incoraggiamento a investire i loro talenti di creatività ed il loro entusiasmo in questo nostro bel paese che è l’Italia.

Scarica l’invito per l’evento Festivaletteratura 2012

Il Leone D’oro alla carriera della 13° Mostra Internazionale di Architettura ad Alvaro Siza.

Poddaponti architetti ed ermesponti -dall’ultima fila- applaudono all’attribuzione del Leone d’oro alla carriera della 13° Mostra internazionale di architettura ad Alvaro Siza.

Architetto portoghese amato fin dalla nostra prima formazione universitaria; indimenticabile lo storico numero monografico di El Croquis 68/69 a lui dedicato nel 1994 e la nostra prima fuga in auto verso la vicina Weil am Rhein per visitare una sua architettura dal vero a confronto con le firme d’architettura che la Vitra aveva raccolto nella sua cittadella aziendale: dall’inglese Nicholas Grimshaw, al famosissimo Tadao Ando, alla giovane Zaha Hadid fino alla prima opera europea del californiano Frank Gehry e qualche intervento interior del nostro bravissimo Antonio Citterio.

Quasi tutte archistars riconosciute e famose anche oggi per le loro opere caratterizzate da uno stile fortemente riconoscibile e da una ricerca formale quasi al limite tra l’architettura e le altre discipline artistiche e intellettuali.

Alvaro Siza no; fin dall’inizio, dichiaratamente e manifestamente architetto di un‘architettura rigorosa e pulita, senza fronzoli, espressione di una pratica professionale e di una cultura formativa integralmente incentrate sui valori della pura architettura.
Molto bello il testo di motivazione del Cda:  “Protetto dalla sua collocazione isolata emana una saggezza universale”.

Alvaro Siza propone con il suo esempio un modello di architetto molto diverso da quello imperante nel mondo delle archistar dei progetti eclatanti e pubblicitari; una coerenza formale e un’etica professionale che nascono da una cultura architettonica profondamente consapevole e da un’identità riconosciuta come punto di vista individuale, ma anche come punto di partenza per instaurare un dialogo con il resto del mondo, con le più diverse identità che questo mondo globalizzato ci propone ogni giorno.

I nostri più sentiti complimenti ad Alvaro Siza per questo, ma anche a David Chipperfield, direttore di questa 13° Biennale D’architettura, che ha proposto la sua candidatura e che – a partire dal titolo “Common Ground”- sta dando un’impostazione nuova a questa manifestazione, dichiaratamente contro la spinta individualistica degli ultimi ventanni e in favore del riconoscimento di una piattaforma comune dell’architettura contemporanea nell’eredità dell’architettura del XX secolo.

E chi può dire che Siza non abbia ben assimilato la lezione di Giuseppe Terragni o di Adolf Loos?


Common Ground (Venezia, Giardini e Arsenale, 29 agosto – 25 novembre 2012)
È stato attribuito all’architetto portoghese Álvaro Siza Vieira il Leone d’oro alla carriera della 13. Mostra Internazionale di Architettura – Common Ground (Venezia, Giardini e Arsenale, 29 agosto – 25 novembre 2012). La decisione è stata presa dal Cda della Biennale di Venezia presieduto da Paolo Baratta, su proposta del Direttore David Chipperfield, con la seguente motivazione: “Protetto dalla sua collocazione isolata emana una saggezza universale”.


Barbara Massimino, gioielli bellissimi e unici

Qualche sera fa ho conosciuto – sotto le palme di questa piccola oasi della punta più meridionale della Sardegna, Barbara Massimino, un’artista straordinaria. Un’artista-artigiana che disegna e costruisce gioielli bellissimi e unici, “custom made”; un po’ come i nostri arredi sartoriali che progettiamo e realizziamo in esclusiva per ogni nostro cliente.

Lavora le pietre naturali; cristalli sempre più rari e minerali provenienti anche da alcune zone del territorio sardo; bellissime le lavorazioni ad intreccio dei suoi fili di rame usati come uncinetto, tinti in bagni galvanici ad hoc per la  paletta colori specifica dedicata ad ogni gioiello.

Mi ha stupita l’eleganza – dote sempre più rara in questo mondo sciatto e volgare – e l’amore per i suoi gioielli e il suo lavoro fino all’imperativo categorico di far sempre – a qualsiasi costo – un lavoro ben fatto, fatto a regola d’arte, si diceva una volta.
Barbara vive e lavora nei mesi invernali a Milano e in quelli estivi qui nel sud Sardegna.

Parlo di lei perché ci lega una singolare affinità elettiva; pensare e realizzare  in esclusiva per il cliente prodotti d’eccellenza a costi altamente competitivi grazie al taglio netto dei costi di distribuzione (solo diretta) e comunicazione (affidata, come spesso nel nostro caso, al passaparola naturale della clientela) in favore dell’investimento sulla qualità.

www.barbaramassimino.com

Il nostro primo stagista.

Ieri ha finito il suo stage estivo presso la ermesponti, il primo stagista della ermesponti ;  ci siamo dal 1937, ma abbiamo scelto questo nuovo nome solo il primo ottobre scorso, dopo la scissione dal vecchio arredamenti ponti ( che è rimasto come negozio di mobili), perché crediamo che un nome e cognome di persona possano meglio rappresentare i valori sui quali è fondata la nostra realtà; in particolare, la fiducia di un rapporto diretto personale, sartoriale, con il nostro cliente.

Eugenio, primo stagista della Ermesponti, mentre impara da un mastro falegname

Di questo si tratta in realtà; siamo una sartoria dell’arredo; uno studio di architettura dentro un laboratorio di ebanisteria contemporanea.

Qui lo stilista e il sarto sono la stessa persona; parafrasando uno dei nostri maestri d’architettura, Adolf Loos, potremmo definirlo ancor meglio; “l’architetto è un muratore che ha studiato Il latino” diceva Loos di se stesso o, “un falegname” si potrebbe dire Paolo Ponti. E così come Loos, era figlio di un marmista, Palladio di un lapicida o Raffaello di un pittore capo-bottega anche Paolo Ponti è figlio di un falegname, nipote persino; la terza generazione.  Dall’ età di otto anni ha fatto il mozzo di bottega e ancora oggi, magari in fase di installazione, si toglie la giacca, appoggia la matita e prende in mano l’avvitatore. Continua a leggere