Si fa presto a dire “falegname”.
In ermesponti coltiviamo questo antico mestiere con attenzione e rispetto.
Molti dei nostri carpenters (così li definiscono i nostri clienti internazionali) sono in realtà maestri falegnami, che hanno imparato con noi, negli anni, progetto dopo progetto, a lavorare il legno.
In ermesponti, a partire dal titolare – il quale, nonostante la cinquantennale storia imprenditoriale, ha sempre voluto “falegname” sulla carta d’identità – essere falegname significa essere al cuore operativo dell’azienda, laddove il pensiero si fa materia grazie all’opera della mano, per poi restituire alla mente l’esperienza vissuta della lavorazione manuale, in un arricchimento costante e fluido, senza divisioni tra “chi pensa” e “chi fa”.
In ermesponti “pensare” e “fare” sono due prospettive dello stesso sguardo, due fasi dello stesso progetto, due momenti della stessa giornata. Non c’è separazione tra lavoro della mente e lavoro della mano, indipendentemente dai ruoli aziendali.
Questo “dialogo” costante tra pensiero e azione, costituisce un continuum che porta, secondo noi, all’eccellenza nella realizzazione di un pezzo di interiors, sia esso residenziale, retail o yacht.
E se vogliamo entrare nell’operativo, ecco come è organizzato il lavoro.
Questo approccio, semplice ma non banale, ci consente di incrementare la creatività diffusa (widespread creativity), mentre il problem solving naturale dell’artigiano lavora in continuità con l’architetto, al di là della porta a vetri che li divide e li unisce.
“Se vuoi fare l’architetto, impara a fare il falegname”
Su questo, Mr. Shu ci trova sicuramente d’accordo!