Dopo il nostro piccolo intervento ad uno degli appuntamenti della serie “Ceck -List: tra attività e creatività” presso la sede dell’API di Mantova abbiamo avuto un piccolo articolo dedicato all’evento sulla Gazzetta di Mantova (http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/10/19/news/da-falegnami-a-sarti-dell-arredo-la-stoffa-della-famiglia-ponti-1.5891116).
In generale abbiamo apprezzato il contenuto dell’articolo – nonostante il piccolo errore di omissione del nome corretto della nostra azienda “ermesponti”- ma quello che più ci ha stupiti è stata l’improvvisa .- anche se speriamo caduca- notorietà che ne è derivata, come per esempio; “Signora l’ho vista sulla Gazzetta; com’è fotogenica!”. Sembra che ad essere fotografati sul giornale locale si diventi persino fotogenici ( nonostante l’espressione concentrata al limite dell’imbronciato che avevo in quella foto…). Non so quanto chi ha mi ha fatto questo tipo di commenti – in realtà anche con il tono simpatico della piacevole chiacchierata di provincia- abbia poi capito qualcosa sul nostro “core business”, ma tant’è.
Tutto ciò a conferma – se ce ne fosse bisogno – che la diffusione della Gazzetta a Mantova è superiore a quella dei quotidiani nazionali; quando il 4 luglio è uscito un articolo su noi di ermesponti sul Corriere della Sera (http://www.corriere.it/cronache/speciali/2012/buonenotizie/notizie/falegname-che-sconfigge-la-globalizzazione-di-vico_e040ac50-c59d-11e1-9f5e-4e0a5c042ce0.shtml) qui a Mantova sembra che nessuno se ne sia accorto; nonostante fosse una pagina quasi intera sulla rubrica “buone notizie “ firmata dalla penna autorevole dell’ex direttore Dario di Vico, con tanto di foto, firmata Martino Lombezzi per Contrasto, persino con richiamo in prima pagina!
La piccola Gazzetta di Mantova rispetto al grande quotidiano milanese nel territorio mantovano la fa da padrona! Vuoi mettere gli Sforza rispetto ai Gonzaga?






Architetto portoghese amato fin dalla nostra prima formazione universitaria; indimenticabile lo storico numero monografico di El Croquis 68/69 a lui dedicato nel 1994 e la nostra prima fuga in auto verso la vicina Weil am Rhein per visitare una sua architettura dal vero a confronto con le firme d’architettura che la Vitra aveva raccolto nella sua cittadella aziendale: dall’inglese Nicholas Grimshaw, al famosissimo Tadao Ando, alla giovane Zaha Hadid fino alla prima opera europea del californiano Frank Gehry e qualche intervento interior del nostro bravissimo Antonio Citterio.
Lavora le pietre naturali; cristalli sempre più rari e minerali provenienti anche da alcune zone del territorio sardo; bellissime le lavorazioni ad intreccio dei suoi fili di rame usati come uncinetto, tinti in bagni galvanici ad hoc per la paletta colori specifica dedicata ad ogni gioiello.